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SIAMO A UN PASSO DAL TURISMO SPAZIALE AEREO?

APRE IN PUGLIA IL PRIMO SPAZIOPORTO ITALIANO

“Spazio, ultima frontiera…”

Recitava così il Capitano Kirk nell’incipit della famosissima serie Star Trek, nata nel 1966.

Oggi, sembra che siamo pronti ad abbattere queste frontiere. Diamo il via non solo all’esplorazione di nuovi pianeti – il prossimo lancio su Marte è previsto per il 2024 con la navicella Starship progettata da
Elon Musk ma anche a mandare nello spazio veri e propri turisti paganti.
E l’Italia è in prima linea in questo fantascientifico progetto con uno spazioporto che potrebbe già essere attivo dal 2020, in Puglia, nella zona di Taranto-Grottaglie. Lo scalo è già parte di un
programma internazionale per la produzione di fusoliere di Boeing 787Dreamliner” ed è stato selezionato quale infrastruttura strategica per l’Europa per la crescita del sistema industriale e accademico
nell’ambito del comparto aeronautico e aerospaziale

Grazie all’accordo stipulato tra Altec e
Virgin Galactic, i primi voli suborbitali potrebbero partire proprio dalla nostra penisola. E questo, oltre a
infrangere la frontiera dei voli per il turismo, significa anche aprire la via di accesso a tutto l’indotto che gira intorno a questo nuovo business (addestramento degli astronauti, test nuove tecnologie, industrie
di settore, servizi, centri di ricerca, ecc.).

E’ praticamente già quasi tutto pronto, manca solo una legge che regolamenti lo spazio aereo oltre la quota ordinaria dei voli di linea e l’ENAC sta lavorando assieme alla Federal Aviation Administration americana
per mettere a punto normative ispirate a quelle già in uso negli Stati Uniti.

Ma come sarà questo aeroporto spaziale?

In realtà, sarà molto simile a un aeroporto tradizionale perché il decollo dell’aereo/navicella non sarà verticale ma avverrà nello stesso identico modo di un aereo normale. Ci vorranno, quindi, una pista,
ali e tanta, tanta velocità.

Le strutture esistenti a Grottaglie soddisfano in pieno le esigenze di pista e spazio necessari ed è per questo motivo che Virgin Galactic lo ha scelto, quale suo unico spazioporto al di fuori degli USA.
Si tratterà, dunque, di modificare l’impianto in essere e, verosimilmente, di aggiungere hangar, spazi per le nuove attività tecniche e scientifiche, i servizi annessi per i voli di lusso tra le stelle.

Ad oggi, Virgin Galactic sta ancora testando il suo “shuttle panoramico”.
Si chiama “SpaceKnightTwo” e volerà fino a un’altezza di 15 km. A quel punto, l’aereo sgancerà la navicella – SpaceShipTwo – che, accesi i motori, si porterà a un’altezza di 100 km.  Un piccolo razzo in grado
di ospitare sei passeggeri e due persone di equipaggio per raggiungere lo spazio.

Un’esperienza incredibile che durerà solo sei minuti di microgravità in cui si potrà svolazzare all’interno della cabina e guardare la terra dall’alto, prima di affrontare la discesa in planata per il ritorno.
Il viaggio durerà indicativamente un’ora e 40 min. dal momento del decollo al rientro, per un costo di 250.000 dollari a persona.

Ovviamente, visti i prezzi, stiamo parlando di un turismo di lusso che, per il momento, è alla portata solo di pochi, ma si vocifera che ci sia già una lista di oltre 600 passeggeri pronti a partire tra cui – pare
– anche Leonardo di Caprio e Lady Gaga.

Di sicuro, stiamo parlando dei sei minuti più cari al mondo, ma non solo da un punto di vista di prezzo del biglietto per poter salire a bordo…
Ci sono, infatti, anche delle polemiche legate a questo nuovo business perché il vero problema è l’inquinamento prodotto.
Il consumo energetico richiesto per un viaggio di questo tipo è senza precedenti e pari al doppio del fabbisogno energetico di una famiglia americana in un anno. Non poco, direi…

E di sicuro, c’è molto da riflettere anche, se – non lo nascondo – la sola idea di poter portare delle persone comuni in orbita per vedere la terra dall’alto e provare l’esperienza di assenza di gravità è davvero estremamente
eccitante!

Ad ogni modo, se siete interessati e volete assicurarvi un posto in orbita, sappiate che i biglietti sono già in vendita e reperibili in rete, a partire dal sito della stessa
Virgin Galactic fino a diversi Tour Operator che stanno raccogliendo le richieste. E sebbene, sul sito della Virgin Galactic i posti
siano sold out, non disperate, perché Richard Branson non è l’unico a lavorare sul turismo spaziale, ci hanno pensato anche
Elon Musk e Jeff Bezos.
Bezos ha dalla sua la colossale cassaforte di Amazon, Musk la fiducia degli investitori e una capacità di abbattere i costi che apre la strada del turismo spaziale anche ad aziende con mezzi limitati.

Per il momento, sappiamo che la navetta di Bezos si chiama New Shepard e che ha portato nello spazio suborbitale la capsula equipaggio vuota. Come nel caso della Virgin, sono previsti sei posti passeggeri in uno spazio di circa
15 metri cubici e che per ogni poltrona è prevista una finestra di oltre un metro per godersi appieno il panorama.
Il costo? Si vocifera si aggiri intorno ai 300.000 dollari.

Elon Musk, invece, ha già venduto il primo biglietto per un giro intorno alla Luna con il razzo Bfr di SpaceX.

A differenza della Virgin, queste ultime, sono delle vere e proprie navette a decollo verticale.

Insomma, non ci rimane che aspettare il primo volo turistico, magari proprio in partenza dalla Puglia!

Una curiosità:

Il primo turista spaziale è stato Denis Tito, un imprenditore astronauta, che nell’aprile del 2001 si è unito alla
Sojuz TM-32 ed è rimasto nello spazio per ben 7 giorni per la modica cifra di 20 milioni di dollari.

 

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